Cronaca

Omicidio di Meo, richiesta l’archiviazione dalla Procura: la sorella si oppone

La sorella della vittima, assistita dal legale Danilo Riccio, si è opposta alla richiesta di archiviazione della Procura, rendendo così indispensabile la fissazione di una camera di consiglio.

Caso Di Meo, richiesta l’archiviazione: l’opposizione della sorella

Questa mattinata era in programma l’udienza, ma – a causa della pausa elettorale – il tutto è stato rinviato il 28 ottobre, quando il gip Gelsomina Palmieri deciderà il destino dell’indagine, a carico di ignoti, sull’omicidio Biagio Di Meo.

L’artigiano di Faicchio, fu ucciso con un colpo di pistola e poi gettato nel Volturno, il suo corpo venne recuperato il 13 maggio del 2008 e da lì spuntarono una serie di interrogativi rimasti senza alcuna risposta.

Si tratta di una vicenda drammatica che inizia il 7 aprile del 2008, quando nella giornata di lunedì Biagio era scomparso nel nulla. In quella mattinata era uscito di casa e – a bordo della sua Nissan – aveva raggiunto la sua abitazione in via Cortesano.

Un cliente gli aveva commissionato un lavoro, doveva trasportare alcune tavole di legno, ma aveva dimenticato il suo attrezzo indispensabile ed era per questa ragione che aveva contattato tramite sms la sua convivente – all’epoca in stato di gravidanza – per chiederle di andarlo a prendere.

La donna arrivò con un’ora dopo, ma di lui non vi era alcuna traccia, così aveva pensato che stesse da qualche altra parte o che era stato coinvolto in un impegno. Il fuoristrada era fermo nei pressi dello stabile, con le chiavi inserite all’interno del cruscotto. Si era infranta la possibilità di vederlo in serata, perché Biagio non era rincasato.

In seguito la sorella lanciò l’allarme e una serie di circostanze portò il caso alla trasmissione televisiva Rai “Chi l’ha visto?”, con un servizio andato in onda il 5 maggio.

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