Cronaca

Estorsione ad un pastore a Dugenta: due ai domiciliari

I Carabinieri della stazione di Dugenta hanno arrestato due persone a seguito dell'indagini coordinate dalla Procura di Benevento 

Estorsione ad un pastore. I Carabinieri della stazione di Dugenta hanno arrestato due persone a seguito dell’indagini coordinate dalla Procura di Benevento che ha disposto la misura della custodia cautelare, con il beneficio dei domiciliari, per due uomini, rispettivamente di 54 e 27, originari di San Felice a Cancello (Caserta) ma domiciliati da tempo nel piccolo borgo della valle telesina, gravemente indiziati dei reati di estorsione in concorso e, per il primo dei due sospettati, anche di tentata estorsione aggravata.

Dugenta: arrestate due persone per estorsione aggravata

Come riporta Il Mattino, il provvedimento è stato emesso dalla XII sezione penale del Tribunale del Riesame di Napoli a seguito dell’appello proposto dalla Procura beneventana avverso l’ordinanza del Gip locale e confermato dalla Corte di cassazione adita dalla difesa degli indagati.

I fatti traggono origine dall’attività posta in essere dai militari di Dugenta a seguito della denuncia sporta da un pastore di Limatola per minaccia aggravata e invasione di terreni e successivamente per l’aggressione patita dallo stesso che vide l’intervento di un carabiniere, libero dal servizio, il quale evitò più gravi conseguenze.

Le indagini

Le indagini – si legge in una nota a firma del procuratore – hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico del 54enne che, nell’estate del 2020, aveva minacciato il denunciante, mostrandogli una pistola per costringerlo a lasciare libero il terreno per il pascolo mentre successivamente i due, nel mese di gennaio 2021, in concorso e unione con un soggetto di Durazzano, avevano posto in essere condotte di violenza e minaccia consistite prima in telefonate di avvertimento per poi terminare con un’aggressione, il 28 gennaio 2021 quando la vittima, mediante l’uso di bastoni, seguita da ulteriori frasi minacciose che lo costringevano a lasciare i terreni a lui regolarmente in uso e consentivano agli indagati di trarre un ingiusto profitto dallo sfruttamento dei terreni in questione“.

Fonte: Il Mattino

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