Cronaca

Papa Francesco risponde alla lettera di una bambina di Benevento

Papa Francesco risponde ad una bambina della provincia di Benevento. Protagonista di questa storia è la piccola Sophia, una bambina di San Lorenzello che con la sua classe dell’Istituto Comprensivo “Mazzarella”, diretto dalla professoressa Anna Maria Puca, ha scritto una lettera in merito alla guerra, ricevendo la risposta del Santo Padre.

Papa Francesco risponde alla lettera di una bambina di Benevento

Questo il testo della lettera scritta dalla piccola Sophia:

Carissimo Papa Francesco, sono Sophia e frequento la scuola secondaria di I grado di San Lorenzello. Le scrivo questa lettera per rappresentare la mia e l’idea dei miei compagni su un argomento molto importante, per nulla leggero, un tema di attualità che esiste purtroppo dall’antichità e che ha accompagnato da sempre l’evoluzione dell’uomo, sto parlando della guerra. Ebbene sì, noi vogliamo far capire a più persone possibili che la guerra è il male, è qualcosa di oggettivamente pericoloso e distruttivo per l’intera umanità. Sin da piccola la parola guerra ha sempre suscitato in me molta paura, ma andiamo avanti, conoscendo sempre di più il suo significato, quest’emozione è iniziata a crescere affiancandosi però a due altri sentimenti, la tristezza e la delusione verso l’uomo.

L’uomo si è evoluto rispetto agli altri animali perché dotato di ragione, di una maggiore intelligenza e curiosità che lo ha spinto a porsi tante domande e a trovare delle risposte, sperimentando fino a raggiungere grandi traguardi. La sua crescita ha portato molti progressi, la tecnologia è avanzata a vista d’occhio, ma se dobbiamo essere sinceri, il dialogo tra due Stati o anche semplicemente tra due persone diverse è ancora arretrato. Non stiamo parlando di tecnologia, ma dell’animo dell’uomo o per meglio dire del suo istinto perlopiù malvagio. Io credo che l’uomo sia nato con un’indole maggiormente più cattiva, nato inizialmente per vivere da solo, realizzando i propri obiettivi andando contro tutti con comportamenti rudi verso gli altri, senza mettere in conto il futuro che con il passare del tempo lo ha portato a relazionarsi con i suoi simili vivendo in gruppo, formando i primi popoli. Da lì ha iniziato a comunicare con gli altri di diverse origini creando delle relazioni che erano soprattutto conflittuali a causa di accordi non rispettati e dal volere per forza invadere il territorio o sottomettere le popolazioni per sentirsi potenti e importanti. Da lì sono nate le prime guerre, da semplici litigi o malintesi per poi trasformarsi in una delle cose più pericolose al mondo. Con questa lunga introduzione arriviamo al vero punto in questa lettera; partiamo.

“Che cos’è la guerra?” La guerra non è altro che il contrario di pace, di serenità, di unità e fratellanza. Rappresenterei la guerra come il sentimento dell’odio e della prepotenza. La guerra penso sia uno degli atti più insensati che il genere umano possa fare dato che abbiamo a disposizione vari modi per risolvere le situazioni civilmente. Essa può durare poco o per molti anni, ma il ricordo delle bombe, degli assalti notturni nelle proprie città, il suono di centinaia di spari e le urla strazianti di dolore sono e saranno sempre ben impressi nella nostra mente e purtroppo anche nel nostro cuore, diventato da una parte di colore nero, segno di angoscia e forse anche segno di realizzazione nel vivere in un mondo pieno di cattiveria.

“CON LA GUERRA SVANISCONO I SORRISI”, questa è stata la frase che spesso ci diceva il nostro vescovo il 7 dicembre. E’ una frase molto significativa che personalmente mi è piaciuta molto. Il sorriso stampato sul volto delle persone può riscaldare il cuore immediatamente, è la cosa più bella che ci sia, è contagioso che senza rendertene conto la tua bocca si sta ricurvando verso l’alto. Ecco guardare la magia che può scaturire da questo semplice gesto, è potente, è bello però essa viene spezzata dalle lacrime e dagli occhi lucidi di persone che hanno assistito alla guerra. Dopo ogni battaglia non ci sarà una vera e propria vittoria, ma soltanto orrori, stermini e crudeltà. “Ma alla fine chi ci rimette per davvero?”. La risposta è abbastanza banale, ma forse non tutti riuscirebbero a capire che chi paga le terribili conseguenze con gravi danni fisici e interiori, sono i bambini. I bambini dovrebbero vivere la loro fase con tranquillità, rassicurazione, dovrebbero andare a scuola, giocare con i propri amici ed essere spensierati e felici, ma a causa di questa problematica molti vivono nella speranza di non essere mai visti dai nemici, vivono nei sotterranei in segreto, ma soprattutto vivono con il ricordo di un’infanzia rovinata, distrutta. Le conseguenze scaturite dalla guerra sono tantissime dal punto di vista politico, economico, religioso e militare, essa PORTA ALLA DISTRUZIONE. La guerra è molto importante, ma siamo davvero sicuri che poi con i fatti attribuiamo ad essa questo enorme peso? Io non credo questo perfché la maggior parte delle volte facciamo finta di non vedere, di non sapere quello che sta succedendo, sembra che vogliamo disconnetterci dalla realtà. La guerra anche se non è in Italia, dobbiamo essere sempre informati, attivi e pronti ad ogni eventualità, anche se non sembra è molto più vicina di quanto lo si possa immaginare.
“Come sconfiggeresti la guerra?” Questa è una delle poche domande che mi toglie tutte le parole di bocca, è una domanda molto difficile e rispondere in modo veritiero è complicato. A primo impatto mi verrebbe da dire che per porre fine definitivamente alla guerra bisogna seguire le regole della non violenza, semplice a parole, ma con i fatti? Per sconfiggere la guerra, fosse per me, bisognerebbe usare le parole, fare dei confronti in modo calmo e sereno. Bisogna utilizzare il dialogo, la più importante via di comunicazione.

Per far finire la guerra dobbiamo usare l’educazione che come dice Nelson Mandela: “L’educazione è l’arma più potente che si possa usare per cambiare il mondo”. Un argomento che ci sta molto a cuore sono le dodici fatiche dei bambini della guerra. Con questo tema ci ricolleghiamo al discorso di prima, quando dicevamo che i bambini sono le vere vittime di tutto ciò. 1)Fatica: “No acqua”: è la prima causa di mortalità infantile in guerra. L’acqua è inquinata e raramente possono bere.
2)Fatica: “No cibo”: 1 su 2 soffre di malnutrizione in guerra. Riescono a mangiare qualche fetta di pane.
3)Fatica: “No cure”: 100mila neonati muoiono ogni anno perché non possono essere curati a causa di un forte tasso di povertà”.
4)Fatica: “No scuola”: 100milioni di bambini non vanno a scuola. Ciò che può dare un futuro non la possono frequentare a causa della guerra
5)Fatica: “No casa”: 30 milioni di bambini non hanno una casa, riescono a trovare dei rifugi sotto dei rimasugli di case distrutte
6) Fatica: “no luce”: si hanno quattro ore di corrente elettrica al giorno. Questi poveri ragazzi sono costretti a usare delle candele
7) Fatica: “No sonno”: a causa di bombe e continui spari si passa la notte con la paura, con il terrore di morire in qualunque momento.
8)Fatica: “Si gela”: manca l’elettricità, ma nei campi profughi accendono grandi fuochi
9)Fatica: “No gioco”: c’è il fenomeno dei bambini soldato. Non giocano, ma impugnano armi per uccidere
10)Fatica: “No svago”: milioni di bambini vivono in guerra e non possono fare alcun tipo di attività
11)Fatica “No amici”: 300mila sono i bambini orfani.
12) Fatica “Si scappa”: 20 milioni di bambini sono in fuga dalle guerre da soli.
Fa strano pensare che tutto ciò che facciamo quotidianamente come andare a scuola, bere e mangiare o vivere sotto un tetto di una cosa sono delle fatiche vere e proprie, degli ostacoli molto difficili da superare. Vorrei poter aiutare questi bambini ma la domanda sorge sopintanea: “Come posso fare?”.
La ringrazio nella speranza di essere ascoltata.

La risposta del Pontefice

“Cara Sofia, desidero ringraziarti per la bella lettera che mi hai inviato a nome della tua classe dell’Istituto Mazzarella di San Lorenzello. La vostra sensibilità per la pace mi ha commosso. Grazie per questa consolante testimonianza. Continuate ad essere speranza viva per costruire un futuro di fraternità e di pace, il mondo ne ha molto bisogno. Invocando la protezione della Santa Vergine, di cuore benedico voi, i vostri insegnanti e le vostre famiglie. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Preghiamo insieme per la pace. Fraternamente, Francesco”.

Redazione L'Occhio di Benevento

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