Cronaca

Archivate le posizioni dei 16 sindaci sull’inquinamento dei fiumi Calore e Sabato

Il Gip Giuliana Giuliano archivia la posizione di 5 ex o attuali sindaci tirati in ballo dall’indagine ‘bis’ sull’inquinamento dei fiumi Calore e Sabato.

Archiviata la posizione dei sindaci sull’inquinamento dei fiumi

La decisione ha accolto dunque la richiesta che in tal senso avanzata dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto Assunta Tillo. Ciò alla luce dei risultati degli accertamenti curati dall’Arpac e della circostanza che “gli scarichi diretti censiti risultano non essere più attivi o immessi regolarmente nel sistema di depurazione”.

Di qui l’uscita dalle scene giudiziarie di:

  • Franco Damiano (Montesarchio)
  • Floriano Panza (Guardia Sanframondi)
  • Angelo Ciampi (San Martino Sannita)
  • Fernando Errico (San Nicola Manfredi)
  • Carmine Valentino (Sant’Agata dei Goti)

Che si aggiungono ad altri undici amministratori per i quali l’identica scelta è stata adottata, alcuni mesi fa, dal gip Flavio Cusani. Si tratta di:

  • Domenico Canonico (Baselice)
  • Pasquale Iacovella (Casalduni)
  • Giorgio Carlo Nista (Colle Sannita)
  • Mauro De Ieso (Pago Veiano)
  • Olindo Vitale (Montefalcone di Valfortore)
  • Domenico Vessichelli (Paduli)
  • Antonio Coletta (Paupisi)
  • Mario Meola (Ponte)
  • Gianfranco Marcasciano (San Bartolomeo in Galdo)
  • Pompilio Forgione (Solopaca)
  • Giuseppe Tommaselli (Foglianise)

Ancora in corso l’inchiesta su altri 20 “primi cittadini”

Ancora in corso, invece, l’inchiesta coordinata dal procuratore Aldo Policastro. È carico di oltre 20 primi cittadini sanniti. Tra aprile e luglio dello scorso anno quindi il sequestro preventivo degli scarichi di 6 comuni e degli impianti di depurazione. Benevento, Moiano, Melizzano, Apollosa e Arpaise ne hanno avuto la facoltà d’uso.

Nel mirino degli inquirenti, come più volte ricordato, l’entità delle conseguenze provocate dagli scarichi non autorizzati. Danni da riscontrare attraverso i prelievi, ‘avvisati’ i singoli amministratori interessati, per consentire loro di nominare un consulente di fiducia.

La precedente inchiesta del 2010

Ciò era accaduto nella precedente inchiesta, avviata nel 2010 sfociata in un’assoluzione, perché il fatto non sussiste. Furono chiamati in causa in 22 tra ex o attuali primi cittadini, a vario titolo, per disastro ambientale colposo ed omissione in atti di ufficio.

Un processo sul quale aveva pesato l’impossibilità di illustrare i risultati delle analisi, dichiarati inutilizzabili durante l’udienza preliminare, su eccezione della difesa, perché i campionamenti e la loro successiva valutazione erano stati eseguiti non in contraddittorio.

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