Cronaca

Valle Caudina, racket a imprenditori con minacce e roghi: chieste 9 condanne

Una indagine della Dda di Napoli che aveva portato lo scorso 13 luglio anche ad alcuni arresti

Valle Caudina, racket a imprenditori con minacce e roghi. Rito abbreviato per dieci degli imputati per estorsioni. Una indagine della Dda di Napoli che aveva portato lo scorso 13 luglio anche ad alcuni arresti eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Montesarchio che hanno svolto le indagini.

Valle Caudina, rito abbreviato per dieci imputati

Come riporta “Il Mattino“, il pm Luigi Landolfi ha chiesto 18 anni per Pietrantonio Morzillo, 44 anni, di Moiano; 12 anni per Francesco Buono, 28 anni, di Airola e Luca Truocchio, 20 anni, di Sant’Agata de’ Goti; 10 anni per Antonio Buonanno, 27 anni, di Moiano, Alessandro Massaro, 26 anni, Biagio Massaro, 27 anni, e Pasquale Massaro, 22 anni, tutti di Airola; 8 anni per Umberto Zampella, 37 anni, di San Marco Evangelista; 7 anni a Giovanni Testa, 49 anni, di Montesarchio. Chiesta invece l’assoluzione per Umberto Vitagliano, 56 anni, di San Martino Valle Caudina.

In particolare, le indagini hanno consentito di ricostruire e provare l’esistenza e l’operatività di un gruppo criminale ben organizzato dedito a una insistente attività estorsiva in danno di imprenditori e commercianti della Valle Caudina.

Gli atti intimidatori, accertati tra settembre del 2018 e maggio del 2019, avevano anche lo scopo di mostrare l’esistenza e la forza di una nuova consorteria criminale sul territorio, attraverso azioni violente e minacciose con intrinseca carica intimidatrice.

Secondo l’accusa gli imputati hanno l’aggravante di aver commesso questi atti intimidatori per agevolare il clan Pagnozzi. In particolare agli imputati vengono addebitati, a vario titolo, atti estorsivi ai danni di due macellerie, un’azienda avicola, un’impresa edile, una ditta di pompe funebri e una ditta di impiantistica. Obiettivi ubicati a Moiano, Paolisi, Airola e Montesarchio.

L’estorsioni

Le richieste estorsive erano anche consistenti: a un imprenditore di Paolisi erano stata chiesta anche una somma di centomila euro. Il primo atto d’intimidazione era scattato con l’esplosione di colpi di pistola contro l’abitazione di un imprenditore di Airola. Poi avevano dato alle fiamme un furgone e la finestra della camera da letto di un’abitazione.

Fonte: Il Mattino

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