Cronaca

Sfregi sull’Arco di Traiano, il caso arriva sul tavolo del ministro

"Vorrei che le telecamere, servite a capire che a fare il graffito è stata una ragazzina, possano dirci anche chi è andato a ripulire e, soprattutto, scoprire chi è stato il mandante" ha dichiarato la senatrice beneventana Danila De Lucia

Il caso degli sfregi sull’Arco di Traiano arriva sul tavolo del ministro Dario Franceschini con un’interrogazione parlamentare. L’iniziativa è della senatrice del M5S Danila Dee Lucia: “In qualità di componente della Commissione cultura del Senato, e come prima firmataria del Disegno di legge utile al riconoscimento del titolo di monumento nazionale da assegnare al nostro Arco Traiano, ma soprattutto come cittadina – dice la senatrice beneventana – mi vedo costretta a fare ricorso al ministro Franceschini con una interrogazione urgente.

Sfregio sull’Arco di Traiano: la senatrice Danila De Lucia chiede interrogazione parlamentare

La senatrice beneventana ha dichiarato a Il Mattino che “Chiederò al responsabile del dicastero quali provvedimenti si intendono prendere nei confronti di chi, una volta individuato, ha pensato di mettere in atto una improvvida ripulitura dello scempio senza avvertire gli uffici della Soprintendenza come, è bene sottolinearlo, previsto per legge. È con grande dispiacere che devo ammettere di aver avuto ragione: quanto accaduto nella fase di ripulitura del cuore azzurro sull’Arco di Traiano ha creato un danno maggiore di quanto previsto“.

La pulitura troppo aggressiva

Da quanto si apprende – aggiunge De Lucia in riferimento al sopralluogo effettuato mercoledì dalla Soprintendenzaè stato del tutto disatteso il dettato dell’articolo 21 del Codice dei Beni culturali. Stando a quanto dichiara l’archeologo della Soprintendenza Simone Foresta, si provvederà a denunciare quanto accaduto al Nucleo per la tutela del patrimonio culturale dei carabinieri. Un fatto gravissimo, quindi, l’aver deciso di mandare qualcuno a ripulire senza avvertire gli uffici preposti secondo i quali la superficie è evidentemente stata abrasa danneggiando la base lapidea.

Le telecamere di videosorveglianza

“Vorrei che le telecamere, servite a capire che a fare il graffito è stata una ragazzina, possano dirci anche chi è andato a ripulire e, soprattutto, scoprire chi è stato il mandante. Questa vicenda, oltre a lasciarci la consapevolezza che bisogna lavorare ancora molto sui giovani per accrescere in loro il senso dei beni comuni e il valore dell’immenso patrimonio artistico, ci conferma che decisioni improvvide, senza che si tengano in conto ruoli e responsabilità, possono creare danni ben superiori. A chi crede di essere il padrone del vapore deve essere posto un freno e, magari, gli va regalato un Codice dei Beni culturali. Non basta illuminarli: i nostri magnifici monumenti vanno rispettati“.

Fonte: Il Mattino

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