Torna l’incubo alluvione a Benevento: sono circa 20mila le persone a rischio. In queste ore infatti la popolazione teme gli argini dei fumi come le grate dove potrebbe posizionarsi l’acqua. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Torna l’incubo alluvione a Benevento, chi è a rischio?
Il maltempo torna a preoccupare la Campania, e più precisamente il Sannio dove è scattato in queste ore l’allarme per 7mila famiglie, 6.500 edifici e complessivamente 20mila persone. Si tratta di territori esposti a rischio alluvioni, che è possibile prevenire limitando il consumo di suolo naturale.
Ma quanto è forte questo pericolo nel Sannio? A fare chiarezza è la piattaforma nazionale open data dell’Ispra (l’Istituto superiore del Ministero dell’ambiente che si occupa di protezione e ricerca ambientale) che consente di consultare, condividere e scaricare mappe e dati sul dissesto idrologico.
Come è la situazione nel Sannio?
Già nel 2021, l’Ispra aveva lanciato l’allarme sul rischio alluvioni in Romagna confermato poi in questi giorni. In provincia di Benvento, come anticipato, sono circa 20mila le persone che vivono in territorio a rischio alluvioni. I dati sviluppati da Openpolis evidenziano quanta popolazione vive nelle zone più a rischio. Nel capoluogo le persone coinvolte sono 1.438, ossia il 2% della popolazione complessiva. In Campania la percentuale è più alta a Salerno (8.667 residenti, il 6%) e a Caserta (2.413 persone, il 3%), più bassa invece ad Avellino (789 persone, l’1%) e a Napoli (7.493 persone, lo 0,78%).
In provincia, la situazione da monitorare è quella di Arpaia dove quasi mille persone sono a rischio. Oltre quota mille anche a Limatola, e in questo caso incide anche la vicinanza con il fiume Calore. Alto il rischio anche a Forchi: 302 residenti, in pratica un quarto della popolazione. Oltre quota 300 anche Airola, Paolisi e Vitulano. Seguono Solopaca (271), Amorosi (254 residenti), Telese Terme (208), Ponte (175 abitanti), San Lorenzo Maggiore (161), Paupisi (158), Torrecuso (146), Moiano (136), Faicchio (129), Apice (114). In tutti gli altri casi la popolazione interessata è inferiore a quota 100.
