Cronaca

Tangenti per superare i concorsi pubblici: “Era un’attività senza tregua”

Tangenti per superare i concorsi pubblici nelle forze dell’ordine: alcuni candidati a concorsi pubblici si avvalevano di un iter «privilegiato» per superare le varie prove. Un iter che comportava l’esborso di somme di denaro a chi interveniva per facilitarli. La Procura di Benevento ha deciso di approfondire ed ha scoperto irregolarità che riguardavano, in particolare, i test di accesso ai concorsi per Vigili del fuoco, Polizia di Stato, Guardia di finanza e Carabinieri.

Tangenti per concorsi pubblici

«Appena abbiamo iniziato le intercettazioni è venuto fuori un fiume in piena. Ogni giorno – ha spiegato il procuratore, Aldo Policastro nella conferenza stampa in tribunale dopo il blitz effettuato dalla Guardia di Finanza i componenti l’associazione a delinquere pensavano e parlavano solo di questi concorsi. Non c’è stata tregua neppure nella pandemia. Anche se quella venuta fuori è una piccola parte rispetto a chi agisce onestamente, una sorta di perturbazione rispetto a tanti giovani che, questi concorsi, li vincono con merito. Speriamo di riuscire a portare avanti gli indagati davanti al giudice di merito al più presto».

Un lavoro investigativo complesso – ha aggiunto il generale Virgilio Pomponi, comandante regionale della Guarda di Finanza – sia per la complessità tecnica e per la necessità di mantene la massima segretezza tenuto conto che erano coinvolte appartenenti alle istituzioni».
La svolta c’è stata quando è stato inserito un captatore informatico quello che comunemente viene chiamato trojan nel telefono di Antonio De Matteo, 68 anni, funzionario in pensione dei vigili del fuoco, uno degli arrestati. Si sono così potuti appurare i contatti che c’erano tra Claudio Balletta, 65 anni, anche lui arrestato, viceprefetto del ministero dell’Interno in servizio presso il dipartimento dei Vigili del fuoco a Roma, capo ufficio del settore concorsi. In precedenza aveva ricoperto la stessa carica anche per le prove di esami per accedere alla Polizia.

Una pedina chiave, dunque, che ha avuto un ruolo importante, in particolare nei concorsi per 250 posti di Vigili del fuoco e 1.815 allievi di Polizia e, quindi, riusciva ad apprendere, secondo l’accusa, informazioni sulle convocazioni dei candidati e notizie sul positivo o negativo esito degli esami. Sono 8 le misure cautelari (tre in carcere), 118 indagati e 373.500 euro sequestrati.

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