Cronaca

Camorra, famiglie e clan più potenti a Benevento: la relazione aggiornata della DIA

La Direzione Investigativa Antimafia ha pubblicato la relazione semestrale presentata dal Ministro dell’interno

Quali sono famiglie clan di camorra più potenti a Benevento e provincia? A rispondere è la Direzione Investigativa Antimafia che nelle scorse ore ha pubblicato, sul sito del Senato della Repubblica, la relazione semestrale presentata dal Ministro dell’interno e relativa all’analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso del II semestre del 2021.


LA RELAZIONE COMPLETA SULLA CAMPANIA


L’analisi è realizzata sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione e conferma, ancora una volta, che il modello ispiratore delle diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso appare sempre meno legato a eclatanti manifestazioni di violenza ed è, invece, rivolto verso l’infiltrazione economico-finanziaria. Ciò appare una conferma di quanto era stato già previsto nelle ultime Relazioni ed evidenzia la strategicità dell’aggressione ai sodalizi mafiosi anche sotto il profilo patrimoniale tesa ad arginare il riutilizzo dei capitali illecitamente accumulati per evitare l’inquinamento dei mercati e dell’Ordine pubblico economico.



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Camorra, famiglie e clan più potenti a Benevento e provincia: la relazione 2021

Sul territorio della provincia di Benevento sono censiti i clan Sparandeo, Iadanza-Panella, Pagnozzi, Nizza, Saturnino-Bisesto, cui sono collegati alcuni gruppi criminali minori specializzati negli specifici “settori” criminali. Nella città di Benevento e nei comuni limitrofi è attivo il sodalizio criminale degli Sparandeo essenzialmente composto da un nucleo familiare che controlla il racket dell’usura e delle estorsioni spesso mascherato dall’attività di fornitura di beni e/o servizi imposta con la forza intimidatoria, nonché il traffico di stupefacenti per lo più attraverso gruppi minori.

Nell’area della Valle Caudina ricadente nella provincia di Benevento come già evidenziato per la provincia di Avellino opera il clan Pagnozzi di San Martino Valle Caudina che ha quale referente locale il gruppo Iadanza-Panella attivo sul versante del Monte Taburno nei comuni di Montesarchio, Bonea, Bucciano, Castelpoto, Campoli del Monte Taburno, Tocco Caudio, Cautano e Forchia. Anche in quest’area le principali condotte illecite riguardano il traffico degli stupefacenti, le estorsioni e il controllo degli appalti pubblici, nonché il riciclaggio come documentato da una operazione della Guardia di finanza di Benevento del 30 luglio 2020.

L’influenza del clan Pagnozzi si estende anche nell’area telesina dove si avvale del gruppo Saturnino-Bisesto operante nell’area di Sant’Agata dei Goti. Anche in questa zona è stata avvertita l’influenza del clan Moccia di Afragola con il quale il clan Pagnozzi è federato a Roma dove i vertici del clan si erano trasferiti in pianta stabile prima dei loro arresti.


 


Per quanto attiene a forme di infiltrazione della pubblica amministrazione, tentativi di pilotare l’organizzazione amministrativa gli appalti pubblici sarebbero emersi anche nel comune di Sant’Agata dei Goti. Un’indagine conclusa dai Carabinieri il 24 novembre 2021 ha riguardato condotte corruttive finalizzate a pilotare procedure di appalto indette o gestite dalle province di Benevento e Caserta e dal Comune di Buonalbergo191. Infine il 9 dicembre 2021 la Guardia di finanza ha eseguito un provvedimento cautelare192 a carico di alcuni imprenditori e incaricati di pubblico servizio coinvolti in un’indagine su un bando di gara per lavori pubblici da eseguire sulle tratte autostradali di Puglia, Campania e Lazio indetta con una procedura “aperta” da Autostrade per l’Italia per un valore di 75 milioni di euro. I finanzieri hanno anche eseguito un sequestro preventivo di beni di per una somma superiore a 64 mila euro considerata una rata della cifra pattuita come mazzetta per accedere alla procedura aperta indetta da Autostrade.

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