Cronaca

Rogo tossico ad Airola: chiesto lo stato di calamità

Incendio ad Airola, Comune chiede lo stato di calamità. Avviate le prime azioni istituzionali in seguito al rogo

Chiesto lo stato di calamità dopo l’incendio di Airola. Il Comune ha avviato le prime azioni istituzionali in seguito al rogo divampato nel deposito Sapa. La giunta Falzarano ha chiesto interventi straordinari ed emergenziali attraverso il riconoscimento dello stato di calamità.

Incendio ad Airola, chiesto lo stato di calamità

Intanto l’Arpac ha reso noti i primi risultati sulla qualità dell’aria a seguito del rogo divampato nello stabilimento della Sapa nella zona industriale del comune sannita. “Nell’aria riscontrata una concentrazione di diossine e furani superiore al limite di riferimento durante la notte dell’incendio di Airola” si legge nella nota dell’ente.

Si è appurato che – continua l’Arpac – il materiale soggetto all’incendio è composto prevalentemente dal polimero polipropilene, utilizzato in un altro sito per la produzione di componenti per il settore automotive“. Il monitoraggio è stato eseguito tramite un campionatore ad alto flusso che ha analizzato gli inquinanti atmosferici. Nei prossimi giorni saranno disponibili i risultati anche sugli eventuali inquinanti nel terreno.

L’analisi degli inquinanti

Sotto esame i campioni prelevati da personale tecnico del Dipartimento provinciale di Benevento, processati presso l’U.O.C. Siti Contaminati e Bonifiche, relativi a un periodo di campionamento di 12 ore tra le 23:00 del 13 e le 12:00 del 14 ottobre, “riportano – scrive l’Arpac – un valore di concentrazione di diossine e furani (PCDD-PCDF) in aria pari a 0,51 I-TEQ pg/Nmc (picogrammi per normal metro cubo in termini di tossicità totale equivalente)“.

Diossine oltre i limiti

Si rappresenta – precisa l’agenzia – che non sono presenti limiti di riferimento imposti dalla legislazione vigente per la concentrazione di diossine in aria ambiente. Un valore di riferimento correntemente utilizzato dalla comunità scientifica è quello proposto dal Länder-Arbeitsgemeinschaft für Immissionsschutz   (LAI – Germania), pari a 0,15 pg/Nmc. La concentrazione riscontrata nel campionamento del 13-14 ottobre risulta, pertanto, eccedente il suddetto limite di riferimento“. Il monitoraggio è ancora in corso e gli ulteriori risultati, utili per seguire nel tempo l’andamento delle concentrazioni di diossine e furani, verranno diffusi non appena disponibili.

Il 13 ottobre i tecnici del Dipartimento di Benevento hanno inoltre installato, in posizioni significative nei pressi del sito, campionatori passivi a simmetria radiale, per rilevare le concentrazioni di COV (composti organici volatili) aero dispersi. Il 14 ottobre è stato installato dalla U.O.C. Reti di Monitoraggio e Cemec anche un laboratorio mobile che sta monitorando le concentrazioni orarie di benzene, toluene, xilene, CO, NO, NO2, NOx, ozono, PM10 e PM2.5 per valutare lo stato della qualità dell’aria nel periodo successivo all’incendio. I risultati verranno diffusi non appena disponibili.”

Il monitoraggio

Per quanto riguarda la Rete regionale di Monitoraggio della Qualità dell’Aria, nella giornata di ieri, conclude Arpac, “la ventilazione sostenuta ha favorito la dispersione degli inquinanti e nessuna delle stazioni fisse di monitoraggio ha mostrato superamenti dei limiti di legge per i parametri monitorati, facendo anzi registrare valori nettamente inferiori agli stessi. Con l’attenuazione della ventilazione e condizioni di maggiore stabilità atmosferica anche l’efficienza della dispersione si sta attenuando, ma finora le stazioni della rete regionale hanno continuato a registrare concentrazioni basse degli inquinanti aerodispersi. Con la minore dispersione si attende comunque un aumento progressivo fra oggi e domani delle concentrazioni, che saranno tenute sotto costante controllo. Questo eventuale lieve aumento sarà una conseguenza delle mutate condizioni meteo-climatiche e non dell’incendio“.


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